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Guida pratica alla follia

Posted in Stanze Vuote, Visioni with tags , , on settembre 26, 2012 by alchemias

Ride il folle del silenzio padrone,

del silenzio custode.

Ridiamo tutti in questo giorno fausto!

Ridiamo e beviamo sulle nostre miserie!

Tanto non spariranno, meglio assopirle,

meglio assopirsi,

magari per sempre!

Quante illusioni nutrono il seme della follia!

Il sorriso è la maschera del pianto,

perché nessuno è felice:

come sono felice!” , disse il bugiardo al Re,

e il re, uomo illuminato, gli tagliò la testa

congelando per sempre quel sorriso.

Ero una bussola funzionante,

sognavo il magnetismo terrestre

descrivendomi una rotta, una direzione.

Mi sono perso!

Meglio riderci su,

fino alle lacrime!

Interessante sapere la rotta per il limbo!

Tanto nel limbo non ci sono strade!

Di che mi preoccupo,

trovo una palude e mi ci immergo,

con un po’ di fortuna è fatta di birra!

Quanto è simpatica la mia maschera!

posso indossare la maschera?” , disse l’attore al Re,

e il Re, uomo illuminato, gli tagliò la testa

e vi applicò la maschera.

Sono il volo 11 in avaria,

meglio aspettare lo schianto,

sarà rapido e indolore!

Il copilota mi guarda,

non sa che fare,

gli chiedo aiuto!

Ironia della sorte,

il copilota sono io,

non si può pilotare

un aereo da soli,

meglio in due,

cosa importa,

ormai è tardi

e il suolo è vicino!

Tic tac, stona l’orologio!

tic tac tic tac, non si ferma, non si ferma!” , disse il vecchio al Re,

e il Re, uomo illuminato, gli tagliò la testa,

per porre fine alla sue sofferenze.

L’apatia scioglie il confine tra il riso e il pianto,

tra il sonno e la veglia, il lavoro e il riposo,

la vita, l’amore e la morte!

Sono l’eremita intrappolato da se stesso,

o sono l’eremita escluso dal mondo?

Ansiogeno il gene genitore di geni degeneri!

Ansia gustosa come caramello,

avvolge, appiccica, ingrassa,

incolla i piedi a terra, non mi muovo,

intorno, dentro, fuori niente,

e allora chi si muove?

O chi si muore?

Picchia il martello,

picchiato picchiatello,

folle e senza pietà

ti mette in faccia la verità!

Sangue incrostato

decadente, gotico e malato

fluisce e mi abbandona,

rotolo nel letto senza pace!

vedi ciò che io vedo?” , disse il folle al Re,

e il Re, uomo illuminato, gli tagliò la testa,

ma gurdò senza vedere e diventò pazzo!

Ero un telescopio,

ora ho lenti sfocate

e gli specchi che riflettevano luci lontane

sono girati verso me,

autointrappolato, mi vedo decadere!

Trappola d’argento,

freddo…freddo…freddo…

stringe il petto,

blocca il respiro,

lento…

assopito…

letargo imposto…

legato mani e piedi…

mi invischio…

non ne esco…

aumenta l’ansia…

morto…

non riesco a rinascere…

Silenzio e solitudine

non mi fanno forte

e sono il mio destino,

niente cambia!

Probabilità di riuscita

talmente bassa,

approssimabile alla non esistenza!

Chimica,

reazioni talmente lente,

che in tempi umani

non avvengono!

Inutile aspettare,

inutile cercare,

torna l’apatia,

una coltre di neve

mi copre la testa,

gela il cuore!

Tutto è in decadenza

e vedo il mio castello crollare.

Impotente mi rendo conto che è inutile lottare,

forse sopravvivere,

come un pellegrino senza dimora!

Ogni giorno deludo,

mi deludo,

sono deluso,

stanco di tirare e forzare processi impossibili!

Un cane assassino,

rosso di sangue, morde,

logora e stritola

con possenti mascelle

irte di denti aguzzi.

Mordi bestiola gentile,

ma mordi fino alla fine!

Silenzio che nessuno può comprendere,

il tempo non passa mai.

Chiuso in una camera ostile

parlo con il cursore di uno schermo,

che ipnotico ha sete delle mie parole,

ma non risponde!

Immobile fisso ragni

costruire ragnatele sulle mie idee,

anche il Re illuminato

è impazzito!

Brilla pure piccola stella,

ma non riesco a vedere!

Sono il volo 11 in avaria,

in attesa dello schianto…

Cellula

Posted in Riflessioni poetiche, Stanze Vuote with tags , on giugno 14, 2012 by alchemias

Come una cellula invasa dall’etanolo

mi disidrato, circondato da non vivi,

che, con la loro stessa non esistenza,

distruggono molecole degne di respirare.

 

E trovo la corsa difficile in questo pantano,

creato da biochimica infetta e cecità, voluta,

provocata da indegni non sguardi verso il muro

perchè l’occhio si brucia, se non è pronto alla verità.

 

Affondo, forse, felice della mia rassegnazione,

ma non mi contamino e i miei occhi non bruciano,

quando anche innumerevoli spilli cercano e trovano

i ventricoli di un cuore che si fa nero, all’occorrenza.

 

E’ dolce il sapore della sconfitta,

quando si guarda il campo di battaglia dalle nuvole,

più in alto, neanche il proiettile più veloce può colpire

e, semmai ci riuscisse, troverebbe gomma ad accoglierlo.

 

Alchemias

Nostalgia

Posted in Musica & Poesia, Stanze Vuote with tags on aprile 4, 2012 by alchemias

TIAMAT – Whatever That Hurts (Edlund)

 

Nostalgia (Alchemias-Cassandro)

Osserva la mia Torre che crolla.

Le vibrazioni oscurano i sensi,

che diventano strumenti saturi.

Vorrei ancora felicità sintetica,

e smarrirmi con molecole amiche,

ma sono investito da una maturità atroce.

Che mi costringe a guardare tele sbiadite,

e resto un tossico nell’anima,

che brama la perdizione senza compromessi.

Mi sono venduto al miglior offerente,

ho perso la musica, la mia anima.

Vorrei tornare nei mondi sintetici

a guardare con disprezzo la realtà,

ma ho scelto di sparire, nel mondo…

Il Pellegrino e il Re

Posted in Stanze Vuote with tags , , on marzo 20, 2012 by alchemias

Echi lontani persi nel vuoto che circonda il re dell’innocenza,

sono passi stanchi di un pellegrino che nasconde in se l’irriverenza.

 

Quando la coscienza ruba la fede alla speranza,

sono entrambi pupazzi chiusi in una stanza,

che inermi di  fronte all’ineluttabile,

hanno ingoiato la propria chiave costruendo la propria trappola.

 

E, mentre il re si ingozza dei suoi bianchi sogni,

il pellegrino conoscerà la morte per potersi autogiudicare.

 

Entrambi soli millanteranno il proprio essere nel gioco delle parti,

e nella stanza li ritroverò, incatenati ai miei ceppi

perchè io sono il pellegrino e il re,

ma nella stanza non sono nessuno.

Albergo nº3

Posted in Stanze Vuote with tags , on marzo 12, 2012 by alchemias

Nell’istante in cui sono sparito

dentro un vuoto che mi ha tradito

e’ successo che ogni molecola

divento’ atomi, rotti i legami.

Credevo che avrei potuto ignorare

per schivare la mia sorte,

governare i pensieri

e cancellare i buchi neri,

camminare nella nebbia

e vedere la mia strada,

mentre invece in rovina

un dio folle mi divora.

Un motivo per abbonarmi

e’ fango freddo che come pietra

divora la seta

Albergo nº2

Posted in Stanze Vuote with tags , , , on marzo 11, 2012 by alchemias

Image

Pagliacci crudeli, pagliacci sinceri,

una folla di mostri oltre oscuri sentieri,

pagliacci tristi un po’ masochisti,

chi sa sorride, chi non sa non vede

i pagliacci che hanno le facce sbagliate.

Per il mostro buffone non c’è compassione,

ma il buffone mostro è sempre amato

e della paura è dipendente e affamato.

Lodi, da una minuscola stanza d’albergo.

Albergo nº1

Posted in Stanze Vuote with tags , , on marzo 5, 2012 by alchemias

Quante vite lasciano tracce visibili ai sensi che, inconsapevolmente, si orientano come ferrite soggetta a linee di forza di un campo magnetico.

Stanze vuote si affollano di pensieri pellegrini che, come fantasmi alieni, possono esistere o desistere alla forza delle sinapsi che governano la razionalita’,

e’ allora che il senso o non senso delle nostre scelte prende forma e puo’ demolire o costruire fortezze di ghiaccio utili come rifugi per la notte,

ma siamo consapevoli che il sole del mattino non tardera’ a sciogliere questi bastioni che forse ci proteggono o forse desideriamo proteggere.

E’ l’incertezza che ci rende liberi e ogni scelta una scommessa…

Reggio Emilia, da un’ anonima stanza d’albergo.